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giovedì 14 gennaio 2010

I terremotati di Haiti sono nostri fratelli

Gesù è con le vittime del terremoto di Haiti,le prende per mano e le accompagna in Paradiso.Le prende dalle baraccopoli, dalle bidonville,dalle case piene di miseria e di fame, marchio infallibile dei diseredati della terra.L'unico dono lasciato dai dominatori bianchi è la minoranza creola,quella che comanda,l'unione di un bianco con una schiava negra con un figlio,per una volta non buttato al macero e pagato con la multa di un sacco di zucchero.Non dite :" Dove stava Gesù quando inglesi e francesi hanno commerciati corpi umani, quando gli olandesi li hanno trasportati nelle piantagioni di tabacco dell'America?"Non dite :" Dove stava Gesù quando i ricchi coloni ed i vacanzieri e turisti americani hanno fatto dell'isola il posto dei vizi proibiti e di quel rito vudù che tiene attaccate al marciapiede italiano le donne negre?"Il discorso che fareste ripercorrerebbe, passo passo, quello degli ebrei che si aspettavano un Messia re del regno di questo mondo e non del Regno di Dio.L'uomo ha voluto il libero arbitrio e, rispetto a questa scelta, Dio è impotente e non può vietare all'uomo di fare il male, se così sceglie.Ed, allora, Gesù è compagno di strada di coloro che soffrono, li consola e li porta con sé, ma non può togliere all'uomo la possibilità di scegliere di perseguitare il proprio fratello, figlio di Dio, anche se negro, anche se giallo, anche se bianco ma povero. E' l'uomo che deve pentirsi,cancellare il proprio egoismo. Il degrado della società e quello della natura procedono a ritmi così elevati che l'urgenza del ravvedimento è sempre più pressante.Ed è particolarmente compito di noi, che diciamo di voler camminare con Gesù, cercare di raddrizzare i sentieri, perché , al Suo ritorno sulla terra,non trovi solo un popolo di dannati, ma un popolo che abbia aperto cuore e mente alla speranza ed alla carità.

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