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martedì 2 giugno 2015

IL CONTESTO



IL    CONTESTO

Il    contesto non è certo brillante. L’hanno capito, però nessuno riesce a prendere l’animale per la coda, a nutrirlo di cibo e di cucina, come lo deve cucinare e con quali norme lo deve consumare. Nell’anno 2012 ,su di una popolazione campana totale di 1.122 mila  giovani  dai 15 ai 29 anni, figurano  904 mila non occupati e di essi 397 mila non frequentano nessun corso di istruzione o formazione. Nei due anni succedutisi non vi è stato miglioramento né  come  numero di occupati né come numero di  non occupati né come numero che si sottopone ad istruzione o formazione.  Al mantenimento di questa situazione tragica e balorda, delinquenziale ( spero si consideri deleterio ed importante per la sopravvivenza di una civiltà campana il numero e la qualità dei delitti  commessi quotidie), contribuiscono diversi fattori. Primi  e catastrofici l’ambiente familiare e la scuola. Ancora l’amministrazione locale, gli ordini professionali. Ancora, ma da premettere in primis, la malavita, camorra ecc.., che si avvicina sempre più al comando della imprenditoria locale e del disfacimento di quella che, in ovo, era e poteva svilupparsi. La famiglia è debitrice sotto un duplice aspetto, conseguenza il secondo del primo. La questione della famiglia è la questione dei componenti. In Campania abbiamo  177.936 minori  da 0-2anni  e di essi trovano ospitalità negli asili nido 1,68% . Non è questione solo di guadagno arrangiato con i 5 all’ora del lavoro domestico. E’  anche questione di vivere in maniera equilibrata,per esempio niente mercanteggio proprio o della propria prole. In Campania  su di una popolazione totale dai 15 ai 29 anni  di 1.122.000- vi sono 904.000 – disoccupati e,di essi 397 .000- senza frequenza a corsi di istruzione o di formazione.
Ma se passi Giovedì per la piazza principale di Scampia trovi tutto il percorso occupato da ambulanti  che sono a centinaia. In un tempo non remoto un eminente architetto propose proprio la costituzione di centinaia di punti commercio, adattati all’ambiente. Si commercia in maniera ambulantesca, si potrebbe preparare e dare lavoro a gente locale. Ora svolgono ben altre operazioni commerciali, dalla droga alla prostituzione ed è doloroso vederlo. Ma a Napoli esistono ben altre iniziative possibili, il  turismo e la sua accoglienza in maniera onesta  ed informata, la ripresa dell’artigianato ,dalla ceramica alla porcellana, lo stesso lavoro di manutenzione dei fabbricati caratteristici, delle strade, delle piante che le ornano. E vi sono mille altri mestieri utili e naturali. Per esempio eliminare le speculazioni e stabilire un’assistenza pubblica competente, ordinata, ma disciplinata ed a basso costo. Non come oggi che puoi trovarti con facilità un danno dall’assistenza. Insomma si  tratta di organizzarsi bene. Ed è l’amministrazione locale  che dovrebbe governare la città, la popolazione, non il partito il territorio come gli conviene. Bisogna avere il coraggio della verità e riconoscere che , se Napoli è corrotta, povera (almeno a quello che appare perché la malavita povera non è), è colpa della pessima e corrotta amministrazione che ciascuno ha constatato e pubblicato. L’amministrazione dovrebbe concordare con l’ordine degli ingegneri e con quello degli architetti  un controllo ed una manutenzione del territorio cittadino. Da una parte finirebbe il formarsi di cavità improvvise e superficiali – il territorio cittadino è pieno di numerosi percorsi sotterranei - , dall’altra si eviterebbero  finalmente catastrofiche costruzioni.
Chi pensa a Napoli , si rivolge ad opere di manutenzione e di ristrutturazione, di consolidamento e non di mantenimento dei pezzi pendenti. Almeno nella gestione della città dovrebbe esserci una cittadinanza attiva, cioè io direi un accadimento che  nasce da un recupero, da una vera volontà di recupero – anche graduale ma che sia concordato effettivo gestito nell’interesse della cittadinanza, non delle lobbies   né  della camorra ma di una Cittadinanza Attiva. 



Vincenzo  Cicala