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giovedì 23 dicembre 2010

NAPOLI,NATALE 2010

Il Post di Natale sono i graditi auguri inviati da Padre Fabrizio Valletti sj che testimonia Gesù a Scampìa.La cartolina è dagli auguri della Caritas di Napoli.

Napoli,Natale 2010
Carissime e carissimi,
in una pausa molto bella,come è un campo di formazione per capi scout,sento l'esigenza di comunicare con voi tutti.
Risuonano in me le parole del Vangelo di Luca,dell'odierna liturgia dell'Immacolata,che la prima comunità cristiana ha posto nell'anuncio a Maria.E' il riproporre il mistero dell'Incarnazione come espressione di una pienezza dell'"amore gratuito" affidato all'umanità attraverso una piccola e grande donna.
Il mistero è riconoscere che il "Dio con noi" è effettivamente nascosto nello spirito dell'uomo,così contraddittorio nella sua storia.Ogni anno soffriamo per tante forme di violenza procurate dall'uomo sull'uomo.Anche la crisi che viviamo mostra la drammatica forbice che si allarga fra la crescita della ricchezza in mano a pochi e le così varie realtà di miseria che affliggono la maggior parte dell'umanità.Sembrerebbe che il progetto di una creazione felice sia fallito miseramente. "Tutto è possibile" però quando ci poniamo in un processo diverso,di comunione e di sfida nei confronti dei poteri che conducono alle contrapposizioni ed alle separazioni,alle guerre ed alla morte. Di queste tracce di gratuità,di servizio,di negazione silenziosa degli interessi personali,a favore di uan crescita del bene comune,ne possiamo incontrare numerose lungo il nostro cammino come un invito ad associarsi con fiducia a ciò che si presenta come scelta più giusta.
Tutto è possibile quando riconosciamo che l'energia che nasce dai migliori desideri ci porta a progettare percorsi educativi e formativi di crescita e di responsabilità.
E' una energia frutto di impegno,che all'origine è "donata" come gratuita presenza dello Spirito del Creatore. Nella storia lo Spirito di amore si è rivelato nel Figlio dell'Uomo,quel Gesù di Nazareth,rigettato dall'umanità,ma sempre presente nella storia perché risorto.E' da riconoscere in ciascuna persona,a partire dai più poveri,dai senza patria e senza diritti,proprio perché siamo chiamati al servizio gratuito della loro affermazione e liberazione.
Sono sempre più coinvolto nell'avventura di un servizio educativo,nella periferia sofferente della città,nello scautismo,proprio perché si affermi la"pienezza di grazia" alla luce del Vangelo e di quella varietà di belle esperienze che la società propone; é importante sempre di più saper gustare la bellezza del cuore anche di chi ha sbagliato, saper contribuire alla possibilità che ciascuno possa esprimere il proprio essere con la parola, con il lavoro,con relazioni d'amore.
E' il mio augurio anche per ciascuno di voi, nella gioia di una speranza che non pensavo potesse rallegrare i miei giorni di "anziano",sempre giovane nel cuore!
Il mio ricordo ed il mio abbraccio
Fabrizio sj

sabato 18 dicembre 2010

PREGHIERA PER L'ITALIA

La classe dirigente non solo ha la responsabilità di guidare la nazione,ma anche quella di dare il buon esempio. Ha,in realtà,il dovere preciso di educare i cittadini,non solo con metodi impositivi e repressivi,ma soprattutto con l'informazione,con la formazione e con la prevenzione.
L'imposizione, quando non vi sono le condizioni per il rispetto di essa,rimane inefficace.67 sindaci
della provincia di Napoli,dovevano essere -a norma del decreto legge 2008-deposti per non aver eseguito gli adempimenti di legge.Non ne è stato deposto nessuno,neanche il governo che,anche esso, non aveva eseguita la sua parte.
La repressione è necesssaria quando viene commesso un delitto.Non la si può evitare.Devono essere puniti anche coloro che hanno generate le condizioni per il delitto.Date certe premesse,conseguono determinati risultati.Le case costruite ex legge 219/81 in provincia di Napoli,per esempio al mio paese, sono state assegnate con procedura anomala,in quanto sono state occupate e l'abusività non è mai stata sanzionata né corretta.Tuttora le case non hanno riscaldamento,non hanno isolamento termico,non vi è condominio. Tranne una superaffollata scuola elementare,per i circa 10.000 abitanti ,non vi sono servizi sociali,per esempio sanitari,di assistenza all'infanzia ed alla maternità ecc...L'occupazione era,prima della crisi,1/10,cioè un occupato su dieci in età da lavoro.
I soldi per vivere vengono dallo spaccio di droga,dalla prostituzione ecc....E' giusta la repressione,ma non riesce a scardinare il delitto perché i bisogni primari non sono soddisfatti. La giustizia sarebbe tale se fossero puniti: gli amministratori che hanno ceduto il territorio del paese e non hanno provveduto neanche a far rispettare il capitolato della Gescal per la 219 e hanno permesso un incremento di abusivi senza prendere i provvedimenti del caso,(gli abusivi hanno tolto il diritto a chi stava in graduatoria ed aveva una certificata condizione di bisogno),i funzionari e gli amministratori regionali che non hanno fatto il loro dovere.In chiaro, i camorristi sono in queste zone figli dei dirigenti che non hanno compiuto il loro dovere.
Altra situazione esiziale per la salute stessa dei cittadini e per l'economia turistica,agricola,commerciale,è la questione dei rifiuti in tutta la Campania.Le colpe e la corruzione della classe dirigente appare di un'evidenza lapalissiana.
La classe dirigente discute e si incolpa,vicendevolmente,di indebiti arricchimenti, di stravizi e di commercio della propria carica venduta al miglior offerente.
Il popolo italiano assiste a tutto in televisione.La funzione educativa non si attua con le parole ma con l'esempio.L'italiano medio che, dagli scalini intermedi della scala sociale è stato sbalzato al primo ed in condizioni di bisogno,sa che deve arrangiarsi.La ragazza che vuole emergere sa che i dirigenti pagano 1000 euro ed oltre la nottata.Quanti delitti avvengono a causa di questa prostituzione di lusso? L'italiano che legge i quotidiani sa che la droga entra nei palazzi di governo e di parlamento. L'ambiente di vita sociale,familiare,di lavoro,di scuola ,dei partiti ecc...subisce l'influenza di tanto cattivo esempio ed è,anche per questo, che la malavita fiorisce dalle Alpi all'estremo scoglio dell'isola di Lampedusa di fronte a Gheddafi,amico di famiglia.
La domanda è: può il mondo cattolico tradire la sua missione e rimanere,in Italia,sede di Pietro,indifferente di fronte al degrado della nazione ed all'affermazione di un 'oligarchia supportata dall'affarismo e dal malaffare?
La CEI ed i vescovi dell'Italia Meridionale hanno denunziato dagli anni ottanta la crisi dei costumi e la crisi amministrativa politica. E' adesso l'ora di agire.Velleitaria e fallimentare una contrapposizione od uno schieramento di parte.Occorre tenersi fuori dall'espansione orizzontale della corruzione e lottare ,come popolo di Dio,perché siano soddisfatti i bisogni primari di tutti così come è il dettato costituzionale all'art.3 e perché tutti compiano il proprio dovere di cittadini.
La Chiesa è l'unica organizzazione universale che ha elaborata una dottrina sociale che interpreta la fisiologia e la patologia di questa epoca.Si è fatta per aprire le porte della speranza al terzo millennio povera e missionaria. Ha strumenti e credibilità popolare per educare e formare una nuova classe dirigente.Ed ha la parrocchia,l'unica assemblea a livello locale che può e, con l'aiuto del Signore , è vicina ai bisogni dei cittadini.E in essa il popolo trova ospitalità.Occorre ,in ognuna di esse, formare i nuovi dirigenti. E' un mondo da rifondare sui valori cristiani. Per questo deve tenersi lontano dai partiti e dalla politica partecipata.Bisogna cominciare dal basso e dalla semplicità. Difendere ed ottenere il rispetto dei diritti dei semplici e dei poveri con spirito di semplicità teresiana,coscienti che ,per questo, non si ha nulla a pretendere,perché si sta solo servendo in un mondo che vogliamo popolare di uomini liberi,mentre l'attuale classse dirigente vuole popolarlo di schiavi,un mondo nel quale il cittadino sa che la cosa pubblica è di tutti,sua e degli altri,perciò ne deve avere un sacro rispetto.La Cosa Pubblica,amministrata secondo il dettato di Gesù,senza sprecare un talento ma tutti adoperandoli per i giusti bisogni di tutti,ci garantisce libertà e pace,cioè rispetto della vita, del lavoro,della famiglia,della donna,dei bambini,delle speranze dei giovani,della serenità dei vecchi e dei malati liberi di scegliere ciascuno
liberamente e da solo se attendere o meno il giorno che solo Dio Padre conosce del suo trapasso.

domenica 12 dicembre 2010

Dio vuole che tutti siano Suoi testimoni

Non pensare che Dio chiama i sacerdoti e non chiama te,chiama i religiosi e non chiama te.
Dio chiama tutti e vuole che tutti siano suoi testimoni,il Papa ed il ministrante,il ricco ed il povero,l'italiano e l'immigrato,il dotto e l'ignorante. E ciascuno chiama per nome,perché per ognuno ha elaborato il Piano Provvidenziale della sua esistenza.
Tu sei la risposta,
e sei la risposta nel luogo e nella situazione di vita nella quale ti trovi.E' essenziale oggi essere la risposta di Dio nel luogo nel quale vivi. Nella famiglia.Viene da chiedersi dov'è la famiglia,dei genitori che considerino i figli un dono di Dio e li considerino figli di Dio prima che propri,dei figli che considerino l'affidamento che di essi Dio ha fatto ai genitori e ne abbiano cura ed amore.
Viene da chiedersi dov'è la comunità,quella comunità solidale e generosa ricca di carità e di amore fraterno che consente di ripianare ingiustizie e disattenzioni sociali,quella comunità municipale che consente di considerare l'interesse del singolo nel rispetto di quello di tutti i cittadini,rispettando i luoghi,i bisogni primari di tutti,le diversità.
Dov'è quello spirito di cooperazione che considera il luogo del lavoro ,pubblico e privato,come luogo di esercizi0 dei propri diritti ma di rispetto dei propri doveri?
Gesù nel Vangelo parla dei frutti dei talenti per tutti e ciascun uomo senza distinzione tra dirigenti e semplici operai.
Questo è il tempo della scelta fondamentale:o si cammina con Gesù sulla via della salvezza,per la strada che Dio gli ha assegnato di percorrere oppure la stessa Europa giunge al tramonto della propria civiltà,rinnegando se stessa e le proprie radici cristiane.

martedì 7 dicembre 2010

QUELLI NON SONO COME NOI


Sabato a pag.23 di Repubblica ho letto,riportato dalle dispense di Formez Italia destinate alla formazione dei funzionari pubblici del Comune di Roma:"L'art.3 della Costituzione nella prima parte enuncia il principio di uguaglianza,formale in quanto esseri umani (assenza di norme discriminatorie).Non bisogna però considerare uguali a noi persone in condizioni inferiori alle nostre (handycappati)".

L'osservazione è semplice,banale,riportata in tutta ovvietà.Invece è proprio la sua ovvietà ad indicare una rivoluzione atroce che è entrata nella vita quotidiana e viene gradualmente ordinata in comportamenti e nuove norme di legge della pubblica amministrazione. E' proprio quando lo scostarsi diventa normale che la distinzione,sempre esistita,diviene in pratica maltrattamento e persecuzione.

E' lecito assegnare agli alunni diversamente abili personale non sufficientemente preparato? La corsa all'accaparamento del posto suscitò la critica del ministro Fioroni.E' lecito,ora, privare gli alunni diversamente abili del necessario sostegno,non garantire il trasporto e l'assistenza materiale?

E' lecito far raccogliere i rifiuti e farli trasportare all'ospite di un OPG,vigilandolo perché non sgarri e si ribelli? E' lecito torturare giovani in stato di fermo giudiziario?E' lecito rendersi assente dal lavoro con una giustificazione fasulla di malattia? E' lecito affidare ad una persona oggetto di provvedimento per pedofilia una istituzione per piccoli ragazzi sordomunti? E' lecito un ambiente di lavoro nel quale si contraggono malattie tumorali per inquinamento? E' lecito produrre riducendo il salario in maniera che l'operaio non può sfamare una famiglia di tre persone? E' lecito togliere garanzie minime di continuità al lavoratore e licenziarlo senza una giusta causa?
Gli esempi della cronaca quotidiana a dimostrazione di una società sempre più indifferente ai bisogni del prossimo sono numerosi ed indicano l'ormai radicata convinzione che,per stare bene,devo estraniarmi da chi è in condizioni di bisogno.Questa distinzione tra sé e gli altri è passata nel vivere quotidiano come una necessità di sicurezza e di difesa dei propri privilegi. Ed è stata adottata come costume,cioè è divenuta lecita.E' importante porre questa nota,atteso che la legalità è divenuta labile nei contenuti e non generale nell'applicazione,nel senso che per alcuni l'applicazione della legge è sicura,per altri è incerta nei tempi e nei modi.Il pregiudizio della differenza e della difesa della propria eccellenza esercita la propria efficacia sulle vittime subito e con forza.E' importante chiedere quale è il fattore che determina eccellenza e predominio.
Viviamo in una società nella quale il "possesso",nei suoi usi, non incontra il limite dell'interesse comune.Come prima la promozione sociale veniva dalla qualificazione professionale,oggi viene dall'accesso ad una carica pubblica oppure dall'amicizia dei potenti oppure dall'appartenenza ad un "clan" di malavitosi o dalla collusione con esso.
La vita pubblica è la rappresentazione delle vicende dei potenti e la cronaca nera.Passiamo giornate davanti al televisore a vedere la rappresentazione della vita della società. In effetti stiamo diventando ignoranti,poveri e disoccupati,cioè sempre più schiavi. E sempre più complici della classe prevalente.
Occorre una catarsi morale che ci consenta non una strategia di attacco al sistema,ma una strategia di difesa.Non è né facile né semplice.Intanto dobbiamo difendere la possibilità di essere onesti e semplici senza divenire martiri della pubblica degradazione o bersaglio di killer.
Dobbiamo difendere il lavoro dei genitori e la speranza dei figli.L'uguaglianza di tutti di fronte all'istruzione,alla sanità ed alla legge.Tutto questo in alternativa al potere,perché non è possibile oggi divenire soci del potere e conservare l'aspirazione ad una società pulita.Soprattutto dobbiamo difendere l'art.3 della Costituzione Italiana.I cattolici sono stati artefici della Repubblica e della Costituzione Italiana (cerchino di ricordarlo i detrattori di Pio XII) e sono obbligati a difenderla ed a ristabilirne i principi di uguaglianza. Anche per gli invalidi.