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venerdì 14 maggio 2010

La flagellazione di Gesù alla colonna

Intanto gli uomini che facevano la guardia a Gesù Lo deridevano e Lo maltrattavano.Gli bendarono gli occhi e gli domandavano:"Indovina chi ti ha picchiato?" E lanciavano contro di lui molti insulti.(Lc:22,63-65)
RIFLESSIONI
Leggendo queste poche frasi,mia dolce e cara madre,rimango colpito,dolorosamente colpito,dalla brutalità degli uomini che si avventano sulla dignità di Tuo Figlio facendolo a brandelli.
Noi uomini diventiamo di fuoco quando ci vediamo toccati nella nostra dignità o fama.
Tuo Figlio,quando camminava tra la folla non faceva mai mancare occasione per dimostrare tutto il rispetto che nutriva per chi,come tutti noi,portava l'immagine della bellezza e dell'amore del Padre.Accostava i poveri con amore di predilezione.Accarezzava i bambini come volesse accarezzare la bellezza del Padre.Toccava con amorevolezza i ciechi,come a togliere uno schizzo di fango che si era posato su un capolavoro che sono gli uomini.Amava fino a morire di croce.Ma l'uomo di oggi continua a insultare e flagellare, ad essere insultato e flagellato.Quei soldati,che erano tali per mestiere,non sapevano affatto chi insultavano.Per loro Gesù era "unverme,non un uomo". Ed anche noi cadiamo nello stesso errore. Insultiamo il prossimo,non abbiamo rispetto per esso,lo lasciamo cencioso,lo trattiamo come una cosa,non scorgiamo in esso il volto del Padre.
Ti prego ,Madre carissima,imprimi nel mio cuore la visione che tu hai di ogni uomo. Aiutami a far capire a tutti che il solo modo di stare vicino è questo :riconoscere e promuovere la dignità di ciascuno, perché tutti possiamo essere la gloria del Padre.

Tratto da :"Maria nostra Madre" Antonio Riboldi -Vescovo di Acerra

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