TITOLO :
CITTADINANZA SOLIDALE
I Cittadini che vegliano per la
difesa della vita e della dignità dell’uomo, perché il welfare e la vocazione
all’equità ed alla solidarietà democratica non vengano cancellati, sono
operatori di pace benedetti dal Signore.
“Allarmano i focolai di tensione e
di contrapposizione causati da crescenti diseguaglanze tra ricchi e poveri, dal
prevalere di una mentalità egoistica e individualista espressa anche da un
capitalismo finanziario sregolato (cosi Benedetto XVI : Beati gli operatori di
Pace ).”
Conviene riprendere le due cause che stanno alla base di questa
crisi che non è locale, ma planetaria e non consente arrangiamenti ma impone
una revisione della concezione e della maniera di vivere :
1) una promozione della produzione
tendente non alla soddisfazione della domanda ma al massimo guadagno, con la
creazione di bisogni derivanti dalla
promozione pubblicitaria di una vita felice virtuale - esempio classico la
“bolla” edilizia che non è certamente privilegio esclusivo degli Stati Uniti- ;
2) il consumo delle risorse naturali, rompendo l’equilibrio dell’ecosistema ed
impedendo il rinnovo di esse – esempio classico la distruzione del verde ,
dall’Amazzonia alla campagna della Campania Felix.
L’azione combinata di questi due
punti segna una condizione di “non ritorno”. Alla affermazione di una ricchezza
e di un benessere riservato ad una élite si è associata una depravazione dei costumi
con lo svuotamento radicale di valori che servivano a dare una sostanza di
umanità non solo ai sottoposti cittadini bensì anche ai sovrapposti padroni. La
parola “amore” e la parola “sesso” segnavano un completamento della persona ed
il suo pienoi essere. Oggi sono nel segno della violenza, del porno e della
provvisorietà. La parola “fanciulla” si accompagnava alla tenerezza e dolcezza
della maternità. Oggi si associa la parola “fanciulla” alla tenerezza delle
carni, all’assassinio, alla violenza di gruppo,
alla scomparsa nel nulla. Il senso letterale e la sostanza della parola “politica”
si collegava ad una conoscenza della gente e del territorio tale da garantire
una amministrazione aggiornata all’oggi, una conoscenza del territorio capace
di garantire una saggia amministrazione delle risorse. In effetti l’involuzione dei primitivi contenuti che
hanno dato origine e costituita la parola è la più chiara fotografia dello
svuotamento di umanesimo dell’essere. Mentre nella stostoria la dirigenza
politica ed amministrativa trascinava alla sua concezione dell’essere ed
avvolgeva se stessa ed il popolo in un’unica ed ideale visione futura, oggi tra
la casta padrona ed il popolo si è creata una frattura difficile a sanarsi.
Questa frattura parla del decadimento dell’economia fino all’annullamento di
qualsiasi orientamento verso il bene comune della società, ed ancora della
trasformazione della parola “amministrazione” nella parola “possesso” dell’uomo
e delle sue cose. Parla della diffusione della corruzione e del rigetto deei
più semplici ed essenziali pregiudizi sociali con la conseguente disgregazione
del collante che teneva unito popolo e componenti di esso nelle diverse età e
stratificazioni sociali. L’ evoluzione proposta alla società dai due punti
citati è certamente oligarchica ma non assegna alla classe dirigente nessuna responsabilità
riguardo la nazione. La chiude in se stessa alla ricerca di un possesso globale.
Le traversie che affliggono milioni di persone sono una esplicitazione di una
scala sociale che non esiste più per il venir meno dei gradini intermedi e l’allargamento
a dismisura della base stessa.
Un segno di questa mancanza di responsabilità e di moderazione della
classe dirigente è, in Italia, il
decadimento della Amministrazione Pubblica e la riaffermazione del “Porcellum”.
Si ricorda che il Presidente della
Repubblica ha insistito senza essere ascoltato per una nuova legge elettorale.
Così stando le cose il popolo è
posto in contrapposizione con la dirigenza politica, amministrativa,
imprenditoriale della società. La classe dirigente si pone in posizione di “possesso”
e non di “servizio”, di “sfruttamento” e non di “equità”, di “corruzione” e non
di “onestà”, di “collusione” e non di “giustizia”. Inoltre l’ultimo ventennio
ha partorito una legislazione a vantaggio delle “lobbies” o, addirittura, di
una persona singola. Il popolo non può eleggere persone che rappresentino la
sua necessità estrema di giustizia e di equità. Sono le dirigenze dei partiti a
designare gli eleggibili. Non può ribellarsi poiché le sue rimostranze vengono
disattese e represse.
“Vi è necessità di un nuovo patto
sociale, a partire dalla riscoperta di ragioni vere e condivise che possano far
vivere insieme una vita buona e virtuosa.”
Vincenzo Cicala
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