Cerca nel blog

mercoledì 27 aprile 2011

RIDIAMO AL POPOLO DIGNITÀ' E LIBERTÀ'

Ieri sera, dopo la trasmissione del Rosario da Lourdes, su CTV è andato in onda un incontro tra gente comune -padri alla ricerca di una problematica quatratura di bilancio e figli alla rincorsa di un difficile avvenire a confronto con la Confcommercio e con mediatori sociali alla ricerca di un precario e difficile equilibrio.E' emerso subito l'ostacolo della catena di distribuzione dei beni di consumo e la valutazione dell'euro.

La valutazione dell'euro è doppia. Per il salario del lavoratore generico, che non gode di privilegi di regime, un euro vale duemila lire.Per i prezzi dei prodotti al consumo un euro vale mille lire.Vale ancora mille lire per i servizi e le tasse dello Stato. A Napoli la tassa sui RSU vale 600 euro all'anno ed è in aumento. In questo caso un euro vale assai meno di mille lire se si fa il paragone con la tassa del 2001.


Il discorso non ha toccato il rincaro del servizio sanitario che è uscito dalla gratuità anche per le categorie privilegiate,poveri ed invalidi al 100%.


Non ha toccato beni e servizi primari come gas,elettricità,assicurazioni,acqua.In questi casi la privatizzazione,mentre assicura un guadagno sicuro all'imprenditore,non partecipa alle spese di allacciamento e di manutemzione. La Napoletana Gas per esempio, per l'allacciamento di un vechio edificio, ai margini della condotta principale, prende da cinquemila euro in sù. L'Enel non prende di meno per dare elettricità ad un edificio decentrato.


A Napoli il costo di assicurazione di un'auto seminuova è ormai un terzo del valore di mercato dell'auto ed anche di più.


I contributi che lo Stato percepisce per la giornata lavorativa di un operaio di una piccola impresa agricola oppure edile è parte significativa del compenso della giornata d lavoro.A Napoli dagli anni ottanta le miriadi di piccole imprese che formavano ua parte della classe media di liberi imprenditori onesti sono sparite dagli elenchi della Camera di Commercio. Quelle che sono rimaste lavorano tutte in nero e sono controllate dalla camorra.Esiste,per la verità, una correità dello Stato nell'impoverimento dei ceti sociali e delle famiglie, una congruenza delle politiche sociali con gli interessi della malavita che fa spavento e spinge alla ribellione.


I dati ISTAT indicano un impoverimento delle famiglie. Il guadagno non riesce a pagare le necessità della famiglia che è costretta a ricorrere ai risparmi.


Induce alla riflessione l'atteggiamento del governo e della classe dirigente politica in generale nei riguardi del referendum sulle centrali nucleari e sulla privatizzazione dell'acqua.


Il Presidente del Consiglio ha espresso, apertis verbis, la convenienza di evitare il referendum sull'energia atomica per evitare un voto sfavorevole alle amministrative. La stessa cosa pensa di fare con il referendum sull'acqua, cioè lo slancio missionario di Zanottelli ed un discorso che coinvolge la possibilità di soravvivenza della popolazione mondiale, viene drenato dalla convenienza elettorale.


Vano è pensare ad una difesa degli interessi popolari da parte di una opposizione immiserita da un confronto dialettico continuo e defaticante all'interno, rappresentativo di multiformi interessi di parte e non di inteessi popolari.


NON ABBIATE PAURA diceva Giovanni PaoloII. Con coraggio, umiltà e spirito di servizio i cattolici italani devono riprendere lo spirito di quella Costituzioe di cui sono stati parte attiva e devono difendere quel welfare che aveva dato all'Italia -e per la prima volta - un ceto media che le nuove politiche partitiche hanno in pratica distrutto. Potremo riprendere un cammino cristiano verso la civiltà.


In queso saremo sostenuti dalla fede che stiamo spendendo i nostri talenti come vuole il Signore.


2 commenti:

  1. Don Giuseppe ci scrive


    Grazie per avermi inviato il servizio.
    Come in occasioni analoghe ti sarò esplicito: la situazione socio economica di Napoli non può lasciare indifferenti gli spiriti sensibili alla dignità della persona umana. Non poche realtà reclamano urgentemente un intervento indilazionabile ed efficace perché situazioni di degrado abbiano a scomparire definitivamente.
    Però non c'è chi non si accorga che la soluzione di certi problemi non può e non deve piovere dall'alto, almeno in maniera esaustiva e definitiva. Se alcuni esercizi e piccole attività industriali chiudono battenti è perché non possono far fronte al degrado delle tangenti da pagare a luridi individui che fanno parte di gruppi organizzati...
    Sento dire ancora che vi sono falsi ciechi che guidano la macchina, falsi invalidi che esercitano normali attività, falsi poveri che hanno da parte somme favolose, impiegati che percepiscono doppi (o tripli) stipendi... Per non citare che alcune crepe nella vita della splendida città! Ebbene, mi domando, vogliamo attendere che la soluzione di tanti problemi deve piovere dall'alto, oppure è ora che, secondo le indicazioni del Card. Sepe, ci si rimbocchi le maniche e si dia inizio ad una bonifica che escluda il facile arricchimento e dia perequazione all'intera cittadinanza?
    Un cao saluto.
    Don Giuseppe.

    RispondiElimina
  2. Caro don Giuseppe,
    sono stato molto contento del Vostro commento che condivido. Infatti, se si facesse la somma dei guadagni leciti e di quelli illeciti, Napoli risulterebbe una delle città ricche d'Italia. Allo stato,credetemi, è veramente difficile gestire in pace un'attività senza addivenire a compromessi con la propria coscienza civica.Dipende dalla collusione della pubblica amministrazione e della classe dirigente. La classe dirigente non ha più una ideologia da sostenere,ma solo il proprio interesse.Sta a noi formare una nuova classe dirigente onesta, capace e coraggiosa."NON ABBIATE PAURA" DISSE SAN GIOVANNI PAOLO II

    RispondiElimina