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venerdì 4 maggio 2012

LA SOCIETA'  LEGALE
di Vincenzo Cicala

Non omne quod licet honestum est.

Questo principio di diritto risalente al giureconsulto romano Paolo e recepito nel Digesto è straordinariamente di attualità perché, con le modifiche apportate alla legislazione, la giustizia non può considerarsi ars boni et aeque.

Questa locuzione lascia rancorose tracce di ribellione anche quando è citata come presupposto di comportamento del governo italiano, poiché gli italiani sono buggerati sì, ma fino ad una difficoltà di vivere impossibile a superare.

Dovrebbe la legiferazione riflettere le necessità di questa società in maniera da rispondere alle sue esigenze e moderarne il bisogno sino al limite della sopportabilità.

La malizia “dei grandi corruttori” che hanno presieduto al governo della nazione ha scoperto che l’uso appropriato del potere legislativo può servire non solo a soddisfare i bisogni e gli interessi della propria parte ed a favorire i propri impegni ed interessi, ma anche ed in maniera specifica e particolareggiata ad evitare pene e condanne.

È capitato così che un delitto sia stato cancellato oppure che un procedimento, penale ma anche amministrativo, abbia viste modificate le procedure fino ad annullare la possibilità di condanna di un reo.

La macchina stessa della giustizia è stata alterata con provvedimenti faziosi che avrebbero dovuto accelerare le procedure e, invece, sono essenzialmente servite a dequalificarla.

Che ciò sia avvenuto ad opera di esperti del diritto, di una tecnica raffinata nella manipolazione di commi, ma anche di articoli di legge, è cosa certa ed ha portato il diritto e l’amministrazione della giustizia in genere ad essere incerti.

Il cittadino semplice, colui che vive sulla riga del proprio onesto guadagno, sa e teme il pericolo di essere sanzionato, anche per errore come con frequenza capita, dalla giustizia penale, civile ma anche amministrativa e fiscale.

Perché in Italia la visita di un agente, possa essere di sicurezza o della finanza, o il ricevimento di un semplice avviso di pagamento di multa, devono essere occasione di un timore che, in qualche occasione particolare e certamente per cittadini onesti, è stata occasione di un malessere fisico oltre che psichico?

In Italia i frequentatori abituali delle aule di giustizia sanno come riguardarsi dagli errori e come attenuare i rigori della giustizia ed anche carcerari.

Accade che la maggioranza degli internati sia o in attesa di giudizio oppure di giovani emarginati, drogati ecc…, oppure di abusivi e sprovveduti dirimpettai della sponda mediterranea, venuti col pensiero – strano per la verità - di trovare benessere in Italia.

In Italia – ed a Napoli in particolare – matura l’arte di sottrarsi al proprio preciso dovere di cittadino, anche perché non sono precisi e stabili i diritti sui quali si può con sicurezza fare affidamento.
Ed è proprio questa insicurezza che ha piano piano cancellata l’economia della piccola impresa familiare ed ha ceduto ai prepotenti ed ai “raccomandati” il mercato del lavoro ed ha fatto delle aziende di stato, a cominciare dalle ASL, luoghi di affari.

Si può, con sicurezza di non sbagliare, dire che la giustizia è venuta meno alla funzione di far rispettare regole che esprimano la pratica realizzazione del patto sociale, che perciò esprimano non solo la lettera ma il significato originario di democrazia e verità che ha ispirato la Costituzione Italiana.

È indubitabile che alcuni abituali reati sono espressione di una dazione ambientale. Tra essi indubbiamente l’evasione fiscale, la collusione e la corruzione, sia quella disciplinata nel Codice Penale, sia quella tra privati che esula da alcuna qualifica pubblicistica.

Se è vero, come è vero, che, per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, vi è stato, da decenni, un uso interessato della legiferazione del Parlamento volto a difendere gli interessi di singoli e di singole categorie di privilegiati e ad evitargli dannosi processi, si spiega e chiarisce l’ostilità ai partiti.

Se è vero, come è vero, che, sempre per la prima volta, nel dopoguerra, si è approvata, con una legge elettorale autoritaria, la restrizione della libertà democratica e, sempre per la prima volta, si è trovata la maniera di eludere i risultati o di sottrarsi al giudizio dei referendum popolari, si spiega ed è giustificata la diffidenza verso il mondo politico.

La crisi dell’Italia è crisi di Giustizia.
Gli stessi partiti di sinistra sono coinvolti nell’assalto al welfare.

Invece di diminuire o, in alcuni casi. di negare l’assistenza sanitaria ed ospedaliera –cosa abnorme e scandalosa specie per i malati gravi e per quelli in condizione di necessità – avrebbero dovuto moderare la sete di danaro del personale direttivo medico, paramedico ed amministrativo.

Avrebbero dovuto assegnare per merito e competenza gli incarichi, lottare e non favorire i trucchi e gli abusi dei concorsi.

Avrebbero dovuto evitare i soprusi e gli imbrogli nella produzione e nella commercializzazione dei prodotti farmaceutici, scandali come quelli di Poggiolini e De Lorenzo.

L’assistenza sanitaria è quella che ci sta più a cuore perché, in nessuna nazione, civile e democratica, i malati gravi, anziani oppure disabili, sono assistiti con tanta trascuratezza ed incompetenza.

Osservazioni altrettanto gravi possono essere svolte per le carceri, per il lavoro, per la scuola.

La crudeltà ed il sovraffollamento delle carceri, la tassazione del salario che supera il 40%, l’insufficienza dell’offerta formativa relegano l’Italia tra i paesi più regrediti di Europa.

Ancora la casta padrona si spreca nella difesa dei privilegi suoi e dei suoi sostenitori.

Da tempo vi è necessità di una rivoluzione, cioè della sostituzione radicale della casta padrona e di una revisione radicale di governare e dirigere gli affari pubblici nel senso della trasparenza e dell’onestà, nel senso di una democrazia che cancelli la partitocrazia.

2 commenti:

  1. Sono senza parole.La giustizia ce la farà il Signore, io spero solo in quella divina.
    Coraggio caro Vincenzo.
    Lucia Pracilio

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  2. La netta sensazione è che è come se fossimo usciti da una specie di magia che ci teneva con gli occhi offuscati. Tutto ciò che di male oggi vediamo c'è sempre stato. La giustizia umana ha sempre avuto i suoi limiti perché non son infallibili i giudici, non sono infallibili le giurie in quanto costituite da uomini. Rivoluzione indica anche distruzione e quando si distrugge si rischia di concellare anche ciò che ci può essere di buono. Ci sono delle lacune è vero ma il semplice fatto che possiamo esprimere, non so fino a quando, le nostre esternazioni significa che siamo liberi.
    Come Lucia confido solo nella giustizia divina e cerchiamo di vivere la beatitudine degli operatori di pace. Solo con il bene si combatte il male, se ci combattiamo fra di noi non va bene. Adriana

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