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giovedì 19 aprile 2012

TITOLO : LA  PORTA  DELLA SPERANZA
 
 
 
La globalizzazione da una via migliore per tutti sta diventando la globalizzazione della miseria”… il benessere va scemando, finisce sempre più in poche mani". (Osservatorio delle Povertà e delle Risorse dell’Archidiocesi di Napoli)

La casta padrona nasceva già negli anni settanta, nei tempi e dalle persone della Thatcher e di Reagan, da quando si è cominciato a pensare che non era l’economia che doveva adattarsi alla società, ma la società all’economia.

Questa megamacchina finanziaria è una bestia irrazionale lucida solo nella sua sete di dominio e di possesso, non ha una visione del mondo né un suo progetto di conservazione della natura e dei beni naturali.

Da quando poi è venuta meno la dialettica tra due contrapposte maniere di pensare e di vivere, la fantasia si è rifugiata nel mondo di una fantafinanza che ha creato una generazione di vanagloriosi infrattori della legge.

Non può considerarsi onesto chi emette obbligazioni non garantite e chi agisce in un mercato senza regole e si slancia in speculazioni sui deboli e non soffre nessun rischio per i miliardi e miliardi di guadagno che è capace di accumulare in una sola giornata.

L’euro ha spostato responsabilità e possibilità di difesa da Roma a Bruxelles, affidandole nelle mani delle nazioni più ricche e per questo più influenti.

Atteso che i provvedimenti si votano alla unanimità, la voce dei paesi più esposti subisce il veto dei paesi dominanti.

L’unione europea è certo servita a limitare i danni delle guerre locali ed a non generare conflitti in Europa, che, per la prima volta nella sua storia, non ha visto guerre tra nazioni.

È però una unione economica che non riesce a prendere decisioni concordi ed efficaci contro la grande speculazione finanziaria.

Identificato il nemico nei grossi speculatori, sarebbe logico porre un freno ad essi.

Le centinaia di miliardi di euro che incassano ogni giorno portano un immediato calo delle risorse disponibili, una conseguente “premitura” della popolazione più debole ed un taglio netto ai servizi pubblici, il blocco del credito, il calo della produzione, la recessione e la miseria.

Intanto che i nuovi ricchi avanzano, la gente comincia a soffrire la fame anche in Italia.
Tutta la storia dei “bamboccioni” riveste una tragicità disastrosa che riceve un argine dal rifugio nella “famiglia”, dalla unione familiare.

Quanta gente si uccide oggi per fame e quanta ne muore per mancata assistenza!

Il top management, l’alta dirigenza politica, rivela tutta la sua collusione, l’intesa palese e clandestina con l’alta finanza e la progettazione di una società di nuova assoluta autorità.

Il fenomeno riguarda direttamente tutto l’Occidente. Non possono, allo stato attuale delle cose farsi previsioni.

La corta visione e la faziosità dell classe politica non trovano forza e coraggio di curare la malattia là dove inizia e si diffonde il male dando un orientamento diverso all’azione finanziaria di concretezza e di giovamento alla comunità.

Per fare questo in maniera efficace vi sarebbe bisogno di una autocritica per la quale non vi è coraggio ed una visione chiara delle cose.
Il permanere della speculazione e l’acuirsi della recessione diminuiscono sempre più il numero dei ricchi ed accrescono sempre di più il loro potere e la loro ricchezza.
I Padroni non hanno, però, né voglia né capacità di governo sicché non si ha una sia pur approssimata visione di come potrà essere il Nuovo Mondo.

La speranza di un recupero e quella di una ripartizione equa dei sacrifici è del tutto vana. Povertà nuove si aggiungono alle vecchie, “prova di un benessere che va scemando e che, purtroppo, finisce sempre più in poche mani.”(Osservatorio….)

In Italia la corruzione e l’inadeguatezza ai tempi della classe padrona vengono quotidianamente sempre più alla luce. Le cronache ne sono così piene che non vale la pena soffermarsi in un elenco angosciante di pochezze e di corruzione.

Non può una simile classe dirigente pretendere l’attenzione o l’approvazione di un popolo che si vede bersagliato e deriso.

Infatti esso deve sostenere tagli e sacrifici, la fame e la mancanza di lavoro, la crisi dei servizi sociali – micidiale la crisi della scuola e quella dell’assistenza sanitaria – e l’aumento del loro costo.

Gli italiani vedono, d’altro canto, fallire ogni tentativo di scalfire i privilegi della classe padrona.
Da una parte la Riforma delle pensioni dall’altra i vitalizi dei dirigenti. Da una parte disoccupati dall’altra i parassiti dello Stato, primari che lavorano qualche ora per l’istituzione pubblica ed il resto da lavoratori autonomi e privati senza lasciar ricevuta (perché qualche finanziere non simula una malattia e si fa visitare?).

Da una parte gente che subisce sequestro della propria casa perché non può pagare il mutuo, dall’altra ministri, responsabili di partito, dirigenti che di case lussuose ne hanno tre o dieci o cento (giustificatissimo quel deputato che – in parole chiare- ha detto che con lo stipendio si è costruita una bellissima casa e le sue presenze in aula, pare due o tre in un anno, sono anche troppe).

Da una parte salari di fame, inferiori ai mille euro (cioè al di sotto della soglia di povertà se deve sostenere una famiglia anche di tre persone) dall’altra stipendi da centomila euro ad oltre il milione.

Vi è un clima di antipolitica chiaramente giustificato perché la casta padrona ci ha mangiato, continua e non ammette di essere frenata.
Questa è la fortuna degli italiani di ritrovare un rifugio nella Chiesa. La casta padrona – governanti
Oggi la Chiesa rappresenta l’organizzazione più vicina al popolo. Infatti: - “Fin dall’inizio è stato per essa fondamentale difendere la famiglia come il Cuore di ogni ordinamento sociale” (Benedetto XVI –Gesù di Nazaret pag. 149) - a Napoli ha riflettuto su problematiche e speranze di tutto il territorio diocesano ed ha provveduto a sensibilizzare ad una vicinanza attiva al popolo tutte le 286 parrocchie della Diocesi.

È logico che il 58,5% della popolazione consideri la Parrocchia un aspetto positivo ed una risorsa del territorio.

1 commento:

  1. Sì una sfiducia tremenda nei politici e nei governanti tutti. Non tremo per me ma per il futuro dei nostri giovani..e sono d'accordo quando dici che la Chiesa rappresenta l'organizzazione più vicina al popolo.
    Ciao Vincenzo.
    Lucia Pracilio

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