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martedì 21 agosto 2012


"VENDI TUTTO CIO' CHE HAI E DALLO AI POVERI"

Proprio così e per tutti.

La cosa è molto semplice: "Tu non possiedi, ma amministri per il Signore.Tutto quello che hai e tutto quello che hai

deve dare frutto per l'umanità tutta. E la società è il prossimo. Il prossimo è la tua famiglia. Tuo padre invalido che ha

bisogno della tua assistenza, tuo fratello che attraversa un periodo difficile, i bambini che devono crescere in allegria

e in tenerezza. Poi il tuo prossimo è il negro che incontri al semaforo ed ha bisogno di mangiare, la ragazza che si

offre sul giornale ,tutti quelli che incontri per la via. Il prossimo è il viandante ferito sul ciglio della strada. Tutti gli

girarono gli occhi, ma uno si avvicinò e lo curò. Costui aveva venduto e dato ai poveri. Quando vai a lavoro al mattino.

puoi essere un insegnante o un dirigente. Se insegni, il tuo prossimo sono i tuoi alunni . per essi devi spendere quello che hai, il tuo sapere,

la tua parola, la tua capacità di docere, tutto tutto te stesso. Questo anche se insegni all'università. Come Moscati.

Gli alunni, i malati ed una casa povera in via Cisterna dell'Olio.

Se vuoi costruire case, devi pensare che servono per abitare e non devono disturbare la comunità. Non devono

distruggere la campagna, non devono inquinare l'aria, non devono distruggere la città, le sue abitudini, i suoi

mestieri.

Potrei continuare. E  troverei mille motivazioni oggi. Il possesso della vigna che il Signore aveva dato

in amministrazione e non in possesso è stato così dominato da satana che ogggi ci si trova sull'orlo del fallimento.

E' la crisi. Le cose non servono più per la comunità ma per gli speculatori. Se non si torna al Signore ed al pensiero

di dover rendere conto dei talenti si arriverà alla distruzione proprio della natura.

Togliti dall'animo il possesso della tua Benetton e vendila per il benessere di tutti gli uomini, specialmente dei miliardi di poveri

e malfamati. In qualsiasi angolo della terra. Amministrala per il bene di tutti quei bambini che non possono neanche

succhiare il latte perché il seno della mamma è secco,( la mamma non ha da mangiare).

Questo è nel tuo paese, all'angolo della tua strada, Nella tua provincia, In Italia.

Non fare il difficile. Il linguaggio del Signore è chiaro e semplice. Oggi e non domani, vendi quello che hai

e presentati a mani vuote, come santa Teresa di Lysieux.

Non sarai processato ed entrereai nel Regno di Dio,

Vincenzo

sabato 4 agosto 2012


TITOLO : I  LIMITI   DA IMPORRE  ALLA SPECULAZIONE



Nell’ultima parte del film “I due colonnelli” del 1962 Totò fa presente al maggiore

Kruger, che ne deve ordinare la fucilazione, che sul comò ha la foto di Hitler ed ogni sera gli recita le preghiere. Il ripiano del mio comò è pieno di ritratti,tutti ben posti nelle loro cornici. Quello del capo ne ha una d’oro e piena di particolari di belle ragazze. Vi sono tante ma proprio tante fotografie ed io, come quel mio zio con sette figli sotto le armi che recitava le preghiere ai ritratti di Mussolini e di Hitler, ad esse elevo di sera calde preghiere.

Parlo loro soprattutto della stretta finale della crisi, delle attuali speculazioni e di come per anni ed anni sono riusciti ad incassare danaro pubblico e privato ,parlo delle costruzioni abusive, dello sfruttamento di suoli agricoli come deposito di materiali inquinanti e micidiali per la salute. Gli ricordo con allegria cosa sono stati capaci di fare . Soprattutto mi congratulo con loro perché belli e tosti compaiono ancora sugli schermi TV, rivendicano le loro eroiche gesta ed indicano al ludibrio dei cittadini coloro che oggi, momentaneamente e sotto tutela, stanno al potere. Come sono belli e vivaci quando contrattano la nuova legge elettorale con quelle facce rosee e paffute. Ma perché chiamano “porcellum” la legge elettorale vigente?. E’ un nome brutto, che fa venire in mente i “porcelli”. Non si dovrebbe usare.

E’ vero che oggi la malavita si è diffusa su tutto il territorio nazionale. Purtroppo dire “malavita” oggi non pone una distinzione netta tra stato e malavita perché questa si è infiltrata  dentro l’organizzazione dello stato. Affermati politici  e gran commi ne sono una efficace e pletorica rappresentanza nella cronaca quotidiana. Processati ed assolti.





La presenza della malavita e della sua connessione con il governo dell’ente locale si sente nella quotidianità. Occupare il territorio significa bloccare la vita sociale,pervertirne le abitudini. Alcuni episodi sono decisamente emblematici di un pervertimento :a)nell’ottava municipalità di Napoli la dispersione scolastica è del 21,6%. Spesso le famiglie sono costrette ad allontanare i figli dalla scuola “per contare su un contributo lavorativo dei ragazzi o di supporto nella cura e gestione della casa e del resto della famiglia” (Save the Children e Comune di Napoli). Il contributo si esplica tramite spaccio di droga e prostituzione minorile; b) la camorra tagga e tassa tutte le attività, anche le piccole ristrutturazioni,anche i piccoli commerci che non emettono scontrino ma pagano le tangenti. Non solo non vi è alcun presidio da parte dello stato ma anche l’intervento richiesto  può aversi sì e no;c) le attività dell’ente pubblico, dalla gestione degli appalti all’espletamento dei servizi abituali, risentono dell’influenze e della presenza della camorra all’interno dell’ente pubblico. Gli episodi più atroci,che veramente restano come stigmate nell’animo umano, sono gli assassini dei sindaci a cominciare da quello di Battipaglia a finire a quello di Pollica passando attraverso una litania di ferimenti e di assassini.

L’analisi della Cei sulle prospettive per il Mezzogiorno va ascoltata con grande interesse. Chi vive e opera nel Sud sa bene quello di cui parlano i vescovi. La criminalità organizzata rappresenta il vero cancro allo sviluppo economico, sociale e civile dell’intero Mezzogiorno. È una metastasi che cerca di allargarsi sempre di più. Da questa consapevolezza deve partire l’intera classe dirigente del nostro Paese per avere il quadro entro cui affrontare il problema.

La criminalità organizzata sta, infatti, dentro quella più generale questione meridionale, a cui si possono dare le risposte adeguate soltanto se la affrontiamo con un approccio nazionale.

Occuparsi del Sud, dei suoi problemi, delle sue difficoltà e delle sue opportunità, vuol dire occuparsi del futuro dell’intero Paese. (A.Bassolino  il mio blog)



Fa piacere che un uomo di sinistra di tanta esperienza e scienza scriva così. Egli conosce bene le cose e può anche spiegarci come e perché anche negli anni di governo di sinistra la camorra è cresciuta ed anche l’inquinamento dei pubblici poteri,sia come enti locali sia come dirigenza di ASL, pubblici concorsi anche universitari ecc…



Il punto è che il libero mercato ed il finanzcapitalismo –“o santi e rotondi giovani e vecchi visi e panciotti governativi rotondi” – nel portare benessere ai pochi e nella generalizzazione della speculazione hanno portato una crisi che alla fin dei conti ci pone il dilemma di una doverosa scelta : o si continua in una cattiva e disorientante amministrazione oppure si inizia un governo che si ispira a principi che coniugano l’onestà con la capacità,la solidarietà con l’adempimento rigido del proprio dovere,a qualsiasi titolo o grado si è inseriti nell’amministrazione dello stato. Nel primo caso non avviene nessuna catarsi e la strada della speculazione continua fino a che si ha la concentrazione massima di ricchezza e di potere. La figura del cittadino libero praticamente scompare e scompare anche l’habeas corpus non solo nella sua accezione “adsubjiciendum iudicium” – e quante volte capita che il corpo sia in sala mortuaria già prima del giudizio- ma anche nel senso proprio. Quando la malavita impera non si dispone liberamente del proprio corpo.

Questo è già stato nel corso della storia e non può meravigliarne il ritorno ove lo stato non orienta più l’economia a vantaggio della comunità e non è più garantita la scelta libera dei governanti da parte dei cittadini.

Per tutte queste ragioni il mondo che si prospetta ed è in stadio avanzato di realizzazione è del tutto contrario al cristianesimo. Ciò spiega l’eccidio di cristiani in prima fila all’estero come in Italia e chiarisce come noi cattolici dobbiamo avere il coraggio, se necessario, di essere contro il governo e contro il potere. Ma ,oggi che il potere dei partiti in Italia ha avuto una pausa, abbiamo il dovere di farci avanti, nel nome di Cristo vissuto e sofferto fino al martirio e fare sì che la vita e la dignità del vivere sia consentito a tutti ricchi e poveri. E’ tempo che ciascuno segua Gesù nella difesa di un mondo dove il pane che ci dà il Signore sia veramente condiviso.



Vincenzo Cicala                               

venerdì 20 luglio 2012

GESU’CAMMINACONNOI: NECESSITANO FEDE E CORAGGIO

GESU’CAMMINACONNOI: NECESSITANO FEDE E CORAGGIO: NECESSITANO    FEDE E   CORAGGIO "Il mondo cattolico è in grado di selezionare una dirigenza nuova che abbia conoscenza del pop...

NECESSITANO FEDE E CORAGGIO


NECESSITANO    FEDE E CORAGGIO





"Il mondo cattolico è in grado di selezionare una dirigenza nuova che abbia conoscenza del popolo, una capacità ed una eticità congruenti con il bisogno attuale che serve per superare la crisi."

Questa affermazione mi spinge a chiedermi: "Che cosa aspetta allora il mondo cattolico ad AGIRE selezionando questa dirigenza nuova, mettendosi in gioco, proponendo nomi, candidati che a sua volta si facciano conoscere ed abbiano una vita "pulita"?" Non simpatizzo per Beppe Grillo....ma devo riconoscere che è stato capace di richiamare voti...allora mi domando dove sono questi candidati appartenenti al mondo cattolico capaci di fare qualcosa di buono, di nuovo e di pulito per l'Italia tutta e specie per la classe più bisognosa?
Ciao Vincenzo.
Lucia

E’ giunto certamente il tempo e la necessità di avere coraggio e di difendere, in prima persona, la vita civile e la dignità della persona umana. A quanti compaiono in televisione a criticare l’operato, che peraltro non è sempre condivisibile, del governo Monti, non sovviene mai di svolgere pubblicamente una autocritica, dato che sono i nostri governanti ad aver portata la miseria ed a chiudere le porte dell’avvenire. E ciò hanno fatto con una strenua e fruttuosa difesa dei propri interessi oppure degli interessi della propria parte. Oltre al danno materiale provocato agli italiani, vi è stata la pratica di un malcostume che tuttora regge l’operato dell’amministrazione statale,cioè la manipolazione quotidiana del diritto sia per dichiarare legittimo quanto era condannato dalla legge sia per modificare le procedure e favorire il cammino sui margini della legge senza cadere nel fosso. Il grande problema è che l’andazzo ha macchiato proprio il sistema Italia ed ha contaminato anche quel mondo al quale si faceva abitualmente riferimento come ad una riserva valida a non far cadere nel baratro. Anche il mondo cattolico è stato contaminato. E allora bisogna avere coraggio e difendere i propri diritti. Come l’altra settimana disse Papa Benedetto XVI, è venuto il tempo che bisogna difendere la vita e la dignità del cittadino anche contro il potere ed il governo quando è necessario. L’uomo deve essere la premessa della politica ad evitare che la macchina lo schiacci definitivamente. Cara Lucia bisogna cominciare dal piccolo, dal proprio paese, dalla propria città, dalla propria scuola. Così come quando chiesero a Cristo chi è il prossimo? Cristo rispose con il viandante che scendeva da Gerico e fu assalito dai malfattori. Bisogna insieme difendere innanzitutto i diritti delle madri e dei bambini. Sembra poco ma non lo è. Al tuo paese esistono gli asili nido per il popolo,esiste una assistenza maternità ed infanzia? Non abbiamo bisogno di grossi complessi, ma di qualcosa che ci sia ,non che ci appaia. A Napoli  ed in tutta la provincia non ci sono gli asili nido e le giovani madri vivono abbandonate a se stesse.

Bisogna fondare le basi di una società umana e possibile. Chi vuoi che si preoccupi della spaventosa cifra alla quale è arrivata l’evasione scolastica. Eppure è interesse della società tutta,per esempio di quella napoletana. Le madri accompagnano e raccomandano i figli piccoli perché comincino a guadagnare e siano assoldati allo spaccio della droga. E’ tetra buia e nera una società nella quale ognuno bada ai propri affari nel disinteresse totale del decadimento di tutti i valori.

Se hai ascoltato e visti i terremotati dell’Emilia. Si sono accampati da soli, in maniera precaria, pur di non perdere le commesse, pur di non fare della zona più produttiva d’Italia quella più precaria. Un esempio da imitare, perché non ci sia più l’epoca di chi, arrivato al pubblico impiego,metta sussiego e nullafacenza al servizio della comunità. Viene da pensare cosa sarebbe Napoli se il litorale fosse adibito al turismo ed alla balneazione e le sue terre, ricche e belle come la Terra Promessa fossero sfruttate per la produzione di frutti ed erbe che hanno diritto alla etichetta di prodotti privilegiati e così i vini. Napoli sarebbe una città ricca e privilegiata.

Bisogna costruire il proprio avvenire. E’ questione di politica, cioè di saggia ed oculata amministrazione delle proprie risorse. Vi è una difficoltà immensa per raggiungere  questo fine. Vi si oppone tutta la sovrastruttura ed il sistema parassitario che finora ci regge. Soprattutto vi si oppone la malavita che ha una penetrazione capillare. Eppure bisogna farcela. Bisogna cominciare. Bisogna riferirsi alla fonte dove la politica nasce come passione civile e trovare la strada perché l’uomo non retroceda ad una struttura primitiva e barbara. In effetti quello che ha gonfiato in maniera smisurata ed avventata la speculazione fino ad arrivare ad una situazione di aut aut, cioè o rassegnarsi e recedere ad uno stato selvaggio oppure  imparare a vivere la solidarietà e la gratuità, è stata una immersione profonda in un tunnel senza luci e senza uscita : la speculazione sul lavoro e quella su di un danaro virtuale, che in effetti ha perso la sua origine di rappresentare il valore di qualcosa di esistente tuffandosi nei “derivati”. Continuare il gioco è una regressione continua fino ad uno stato selvaggio.

Bisogna cominciare da subito e cominciare dal vissuto quotidiano educando se stessi a vivere insieme.



  Vincenzo  Cicala                            

venerdì 18 maggio 2012



La rifondazione della Democrazia, o nulla...
di Vincenzo Cicala



La cronaca riporta quotidianamente suicidi per mancanza di lavoro ed esaurimento di ogni risorsa economica.
Il disagio sociale è quello che già vi era da prima della crisi, però si è esteso ad un maggior numero di persone e ne è cresciuta la gravità.

La maniera nella quale se ne vanno questi piccoli uomini è sorprendente per una società soggetta a grave e persistente violenza da parte della classe dirigente.
Si uccidono, operai, disoccupati, artigiani, modesti imprenditori, padri di famiglia, isolandosi dai familiari, spiegando in poche righe la vergogna di non poter sopperire alle necessità della famiglia, chiedendo perdono del loro gesto a moglie e figli.

Sembra quasi che se ne vadano i migliori.
Le difficoltà azzerano la piccola imprenditoria e parecchi chiudono sul limite della procedura fallimentare.

Altra annotazione che chiude la porta ad un avvenire possibile è l’assoluta mancanza di occasioni di lavoro per i giovani.

I diplomi di maturità hanno perso ogni appetibilità sul mercato del lavoro. Hanno le stesse occasioni di guadagno laureati ed analfabeti.

Spesso i laureati si adattano a collaborare a prezzo zero negli studi professionali e non per apprendistato, la progettazione e l’esecuzione del lavoro è praticamente svolto da chi sta nello studio in nero ed a basso costo oppure per tirocinio per accedere all’esame di stato oppure in vista di una eventuale e probabile borsa di studio.

Non vi è una regolamentazione negli ordini professionali, nelle università, nelle stesse aziende che imponga e disciplini una partecipazione dei neolaureati all’esperienza lavorativa, venendo incontro ad una domanda pressante e rendendo possibile una utile selezione dei migliori.

Il Ministro dello Sviluppo Economico Passera parla di disagio sociale legato alla disoccupazione e dice che è a rischio la tenuta economica e sociale del paese.

In pratica un laureato o un diplomato hanno scarse probabilità di lavoro autonomo o dipendente.
Se si aggiunge alla scarsa possibilità di intrapresa l’incremento di disoccupazione e di fallimenti si ha il quadro di una situazione in discesa non facilmente frenabile.

Bisogna considerare che la cancellazione del ceto intermedio e l’annullamento del dinamismo possibile della scala sociale è stato graduale e progressivo.

A lasciarsi prendere dalle difficoltà effettive di superamento della crisi attuale, dato più sconfortante, è il numero dei suicidi di padri di famiglia, di piccoli imprenditori, di lavoratori licenziati, di giovani da anni alla inutile ricerca di lavoro.

Se si sommano i continui suicidi nelle carceri si ha l’impressione di una crisi economica che si accompagna ad una crisi etica.

Anche la parte debole e trasgressiva rinchiusa nelle carceri è soggetta ad un trattamento che induce a rinunziare alla vita.
Questo avviene in un paese dove la civiltà ed i valori che la sorreggono sono al tramonto. La corruzione dei dirigenti del paese ha non solo intaccata l’economia ma generato un indebolimento delle istituzioni che, mentre non riescono ad adempiere i compiti ad essi costituzionalmente demandati, prevaricano oltre i limiti di competenze ad essi consentiti, annullando quell’equilibrio di potere che è il segno e la misura della civiltà di una nazione.

La maggiore corruzione e quindi la più grave crisi di valori si ha in quella classe alla quale compete con maggiore proprietà il nome di classe di potere e non di classe politica.

Si lascia corrompere e, a sua volta, corrompe. Non tutto è però buio.

Intanto l’avere un governo non derivante dai partiti. Anche se le sue proposte devono essere votate dai partiti, sembra che non intenda essere da essi condizionato. Mostra, peraltro, volontà di intrattenere un dialogo continuo con le parti sociali.

L’esigenza maggiore è quella di una dirigenza nuova che sia capace e moralmente sana.

In verità la capacità è connessa con la conoscenza e con la pratica. Uno dei peccati più deleteri della classe politica italiana, considerata nella sua totalità, è stato quello di governare per teoremi senza calarsi nella realtà vissuta dal popolo italiano ed in quella dell’ambiente naturale del territorio.

La spinta che invece ha dato il Concilio Vaticano II a calarsi nel pragma della vita vissuta è stata bene accettata dagli italiani, dato che il 60% di essi considera la Chiesa una risorsa affidabile del territorio.

Sin dall’inizio degli anni settanta la Chiesa ha ribadito la propria autonomia dalla DC ed ha fatto di “evangelizzazione e promozione umana” programma di vita per la società italiana.
Ha, perciò, maturato una conoscenza diretta delle sue condizioni e delle sue necessità. Inoltre si è inserita con l’impegno delle parrocchie e con il volontariato a contatto con le popolazioni e le loro necessità.

Il mondo cattolico è in grado di selezionare una dirigenza nuova che abbia conoscenza del popolo, una capacità ed una eticità congruenti con il bisogno attuale che serve per superare la crisi.

Il riferimento attuale del mondo liberale nuovo è quello del mercato libero e del capitalismo finanziario, origine e causa prima delle odierne disgrazie.

Lo speciale carattere fideistico di una ideologia neoliberale, anche se non vuole riconoscersi come ideologia, è stata assorbito anche dalle sinistre democratiche.

Il mondo cattolico rimane quello che ha studiato la realtà vera della società cogliendone le necessità e raccoglie i consensi della maggioranza.

Deve innanzitutto mantenersi immune dalla corruzione attuale e caricarsi dell’amaro compito di salvare l’Italia dalla crisi in atto.

Deve farlo anche subito per evitare che, a breve e certamente nel 2013, si sca

teni la partitocrazia cancellando definitivamente le tracce della civiltà italiana e riproponendo una bagarre che cancelli ogni orma di democrazia e di libertà.

 

venerdì 4 maggio 2012

LA SOCIETA'  LEGALE
di Vincenzo Cicala

Non omne quod licet honestum est.

Questo principio di diritto risalente al giureconsulto romano Paolo e recepito nel Digesto è straordinariamente di attualità perché, con le modifiche apportate alla legislazione, la giustizia non può considerarsi ars boni et aeque.

Questa locuzione lascia rancorose tracce di ribellione anche quando è citata come presupposto di comportamento del governo italiano, poiché gli italiani sono buggerati sì, ma fino ad una difficoltà di vivere impossibile a superare.

Dovrebbe la legiferazione riflettere le necessità di questa società in maniera da rispondere alle sue esigenze e moderarne il bisogno sino al limite della sopportabilità.

La malizia “dei grandi corruttori” che hanno presieduto al governo della nazione ha scoperto che l’uso appropriato del potere legislativo può servire non solo a soddisfare i bisogni e gli interessi della propria parte ed a favorire i propri impegni ed interessi, ma anche ed in maniera specifica e particolareggiata ad evitare pene e condanne.

È capitato così che un delitto sia stato cancellato oppure che un procedimento, penale ma anche amministrativo, abbia viste modificate le procedure fino ad annullare la possibilità di condanna di un reo.

La macchina stessa della giustizia è stata alterata con provvedimenti faziosi che avrebbero dovuto accelerare le procedure e, invece, sono essenzialmente servite a dequalificarla.

Che ciò sia avvenuto ad opera di esperti del diritto, di una tecnica raffinata nella manipolazione di commi, ma anche di articoli di legge, è cosa certa ed ha portato il diritto e l’amministrazione della giustizia in genere ad essere incerti.

Il cittadino semplice, colui che vive sulla riga del proprio onesto guadagno, sa e teme il pericolo di essere sanzionato, anche per errore come con frequenza capita, dalla giustizia penale, civile ma anche amministrativa e fiscale.

Perché in Italia la visita di un agente, possa essere di sicurezza o della finanza, o il ricevimento di un semplice avviso di pagamento di multa, devono essere occasione di un timore che, in qualche occasione particolare e certamente per cittadini onesti, è stata occasione di un malessere fisico oltre che psichico?

In Italia i frequentatori abituali delle aule di giustizia sanno come riguardarsi dagli errori e come attenuare i rigori della giustizia ed anche carcerari.

Accade che la maggioranza degli internati sia o in attesa di giudizio oppure di giovani emarginati, drogati ecc…, oppure di abusivi e sprovveduti dirimpettai della sponda mediterranea, venuti col pensiero – strano per la verità - di trovare benessere in Italia.

In Italia – ed a Napoli in particolare – matura l’arte di sottrarsi al proprio preciso dovere di cittadino, anche perché non sono precisi e stabili i diritti sui quali si può con sicurezza fare affidamento.
Ed è proprio questa insicurezza che ha piano piano cancellata l’economia della piccola impresa familiare ed ha ceduto ai prepotenti ed ai “raccomandati” il mercato del lavoro ed ha fatto delle aziende di stato, a cominciare dalle ASL, luoghi di affari.

Si può, con sicurezza di non sbagliare, dire che la giustizia è venuta meno alla funzione di far rispettare regole che esprimano la pratica realizzazione del patto sociale, che perciò esprimano non solo la lettera ma il significato originario di democrazia e verità che ha ispirato la Costituzione Italiana.

È indubitabile che alcuni abituali reati sono espressione di una dazione ambientale. Tra essi indubbiamente l’evasione fiscale, la collusione e la corruzione, sia quella disciplinata nel Codice Penale, sia quella tra privati che esula da alcuna qualifica pubblicistica.

Se è vero, come è vero, che, per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, vi è stato, da decenni, un uso interessato della legiferazione del Parlamento volto a difendere gli interessi di singoli e di singole categorie di privilegiati e ad evitargli dannosi processi, si spiega e chiarisce l’ostilità ai partiti.

Se è vero, come è vero, che, sempre per la prima volta, nel dopoguerra, si è approvata, con una legge elettorale autoritaria, la restrizione della libertà democratica e, sempre per la prima volta, si è trovata la maniera di eludere i risultati o di sottrarsi al giudizio dei referendum popolari, si spiega ed è giustificata la diffidenza verso il mondo politico.

La crisi dell’Italia è crisi di Giustizia.
Gli stessi partiti di sinistra sono coinvolti nell’assalto al welfare.

Invece di diminuire o, in alcuni casi. di negare l’assistenza sanitaria ed ospedaliera –cosa abnorme e scandalosa specie per i malati gravi e per quelli in condizione di necessità – avrebbero dovuto moderare la sete di danaro del personale direttivo medico, paramedico ed amministrativo.

Avrebbero dovuto assegnare per merito e competenza gli incarichi, lottare e non favorire i trucchi e gli abusi dei concorsi.

Avrebbero dovuto evitare i soprusi e gli imbrogli nella produzione e nella commercializzazione dei prodotti farmaceutici, scandali come quelli di Poggiolini e De Lorenzo.

L’assistenza sanitaria è quella che ci sta più a cuore perché, in nessuna nazione, civile e democratica, i malati gravi, anziani oppure disabili, sono assistiti con tanta trascuratezza ed incompetenza.

Osservazioni altrettanto gravi possono essere svolte per le carceri, per il lavoro, per la scuola.

La crudeltà ed il sovraffollamento delle carceri, la tassazione del salario che supera il 40%, l’insufficienza dell’offerta formativa relegano l’Italia tra i paesi più regrediti di Europa.

Ancora la casta padrona si spreca nella difesa dei privilegi suoi e dei suoi sostenitori.

Da tempo vi è necessità di una rivoluzione, cioè della sostituzione radicale della casta padrona e di una revisione radicale di governare e dirigere gli affari pubblici nel senso della trasparenza e dell’onestà, nel senso di una democrazia che cancelli la partitocrazia.