PAPA FRANCESCO
Maria l’aveva detto in
uno degli ultimi messaggi da Mejugorie che la misericordia di Dio darà un
periodo di Luce e di Pace al mondo, che parecchie storture saranno raddrizzate
e che la Pace ,nel periodo concesso dalla Misericordia immensa di Dio, regnerà.
Lodate
e benedite il mio Signore,
e
ringraziatelo e servitelo
con
grande umiltà (S.Francesco)
Il Signore ci ha dato il Papa della
semplicità e della Umiltà. L’Umiltà è la virtù che ci conduce a Dio e consegna
nelle Sue mani la nostra debolezza,perché non abbiamo da offrire il Superuomo
che si fa da se stesso e, da se stesso,pretende di fare la felicità del mondo.
Abbiamo da offrirci così come siamo,con le nostre debolezze, con i nostri
limiti. Ecco che questo ci chiede il Signore, di santificarci mostrandoci così
come siamo ed affidandoci come siamo a Lui con le nostre debolezze e miserie.
Due cose ci chiede : la verità e l’amore. Per la verità dobbiamo mostrarci come
siamo e come siamo dobbiamo amarci con le nostre definizioni debolezze e miserie.
E se è vero che dobbiamo amare i nostri nemici e pregare per essi, è
altrettanto vero che il pane viene dal Signore e tutti gli
uomini hanno diritto di sostentarsi.
Ecco cosa vorrà dire il papato di Francesco,
una continuazione di quella “Charitas in veritate” che già Benedetto XVI ha
posto a base e fondamento della vita e la vita altro non è che l’Amore di Dio.
Bisogna smontare la vita virtuale pagana ed
entrare nei bisogni fisici e spirituali di chi ci circonda e segnare la nostra
comunità con la solidarietà. Non dovete credere che una vita così spesa sia
fonte di lacrime perché la gioia ci farà felici, perché finalmente ci
inoltreremo in una natura umana ed in un creato non masturbati dalla voglia di
un piacere che non esiste, ma è costruzione fragile e visione fatua dell’essere.
Noi saremo vicini a chi vive nel nostro
paese, ai malati che hanno bisogno di cure e di calore umano, ai piccoli non
più abbandonati nei cassonetti dell’immondizia,alle donne non più massacrate. Daremo
un avvenire ai giovani e la voglia dell’amore, perché l’amore della donna è
bello ed è la felicità di non essere solo, ma il possesso è ricerca di una
felicità che non é, ma si vorrebbe con tutta l’anima che fosse. E’ un desiderio
inappagato che rende vera la disperazione.
Ma il Papa che viene dai confini del mondo
ha visto l’insolvenza delle banche argentine e la disperazione della gente, ha
vissuto fino a ieri le agitazioni sociali ,i saccheggi organizzati, il monopolio
dei mass media, lo scontro tra la magistratura e la Presidente Cristina
Kirchner.
Sa che lo scontro in atto è globale ed è
definitivo. Lo sviluppo dell’informatica e delle telecomunicazioni ha segnato la
crescita di un super ego proiettato come sempre dall’esterno. Nasce un centro,
un centro riflesso dalle immense possibilità della tecnica. E’ un centro che ha
una potenza enorme assoluta. Ma è un centro sbagliato, poiché la vita di questo
ego è auto soddisfacente e non tiene in nessun conto le persone che gli sono
intorno, se non che le possiede. Servono per promuovere un possesso sempre più
esteso, una gara di promozione assoluta ma non hanno diritto alla soddisfazione
dei propri bisogni materiali.
Il Papa sa che questa autarchia estrema,
astratta dal contesto sociale che viene praticamente virtualizzato, è troppo
potente per essere combattuto e sa che l’umiltà e la semplicità , solo esse,
ridoneranno il mondo agli uomini.
Vincenzo
Cicala
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