TITOLO : NON GIRARE LA
FACCIA ALLA STORIA
Declinando
declinando siamo arrivati a dire,
parole della Merkel, che la speculazione finanziaria attualmente in atto
arricchisce pochi ed impoverisce molti. Il governo sta rivedendo, man mano,
parecchie di quelle cose che impoveriscono molti ed arricchiscono pochi. Per il
momento si intravede solo la fase cognitiva, cioè la dichiarazione pura e
semplice del vantaggio che i pochi ricavano dall’attuale organizzazione della
società e dallo svantaggio dei molti e la speranza di una società migliore,
nella quale le regole siano rispettate, i diritti costituzionali riconosciuti e
gli adempimenti incompiuti finalmente attuati. Ma è pura allegoria perché vince
il fatto compiuto che è questo :a) i pochi ricchi non pagano scotto, i
sacrifici li fanno i poveri ed i poteri forti continuano a condizionare la vita
del governo, b) i cittadini non hanno visione e senso di quello che serve ad
essi di fare e continuano a permanere nei partiti,ma non a condizionarne la
vita, c) le regole continuano ad essere quelle di sempre : il gruppo dirigente
decide e continua a scegliere i parlamentari ed a comandare le loro decisioni.
“Marchio barbaro alle fondamenta perché il parlamentare rappresenta la Nazione,
non può ricevere mandato imperativo e deve operare nell’interesse del popolo.” Come
accade che ,in una situazione così tragica e deleteria, i cittadini non si
ribellano? Forse ha ragione il Presidente Zagrebelsky, è una questione di
cultura. Il cittadino non ha conoscenze, non rispetta le regole e non pretende che vengano rispettate. Ed è certo fuori luogo parlare di ciò che non si conosce
ed è, invece, appropriato dire di quello che si è vissuto e si vive sulle
proprie spalle.
Faccio un elenco sintetico con riferimenti concreti dei
devastamenti compiuti :1)campagne e colline meravigliose confiscate dai
palazzinari, speculatori o malavitosi, Vomero e Posillipo, Scampia, Terra di
Lavoro, Melito, Giugliano ecc. , 2) scadimento della qualità della vita per
aumento di tumori e malattie del sangue, aumento delle malformazioni genetiche.
Come sempre avviene in questi casi di inquinamento radioattivo gli organi più
colpiti sono quelli genetici, 3) rincaro del costo della vita, in particolare
della scuola, in particolare dell’Università 4)mancanza di lavoro…..Si potrebbe
continuare. Si diffonde la povertà assoluta ,cioè delle famiglie che non
riescono a soddisfare i propri bisogni elementari. Lo sfruttamento maggiore di
tanta povera gente è da parte della malavita, ma anche dello Stato e del lavoro
non protetto da regole. Anzi la carenza di difesa da un precariato non sempre necessario né di durata
correlata a quella dell’opera, aumenta la dipendenza del lavoro dalla
arbitrarietà del padrone. Un riferimento in eccesso è quello applicato alle
“vedette” dei trafficanti di droga di Scampìa. Le fanno cambiare ogni giorno e
la richiesta è sempre forte, specie dai vicini paesi di Giugliano e di Melito,
oltre che dalle zone povere della città. Il possesso del territorio da parte
della camorra è un esempio vergognoso ed eclatante di governo esercitato da
parte della malavita. Quella terra apparteneva ai contadini ed è stata
espropriata, anche con promesse di lavoro non mantenute, dallo Stato. Di fronte
lo Stato ha costruito il carcere di Secondigliano realizzando una relazione tra
produttore e consumatore perfetta . Non credo che la perfidia dei dirigenti
arrivasse a programmare tanto, ma certo la loro perfidia non si è fermata alla
realizzazione di tanta iniquità.
Le cose infestate dalle iniziative di governo e dirigenti,
comunque classe padrona, appartenevano ai cittadini semplici, Vomero Posillipo
Scampìa Melito Giugliano ecc… Hanno
potuto farlo per mancanza di cultura da parte degli abitanti, carenza di
una capacità di valutazione di produzione e commercializzazione, carenza di
capacità associativa , estrazione precisa e netta del proprio vantaggio , del proprio
guadagno da quello che è il vantaggio della comunità. Certo è mancanza di
cultura. Dice Gustavo
Zagrebelsky:”Essendo la democrazia una convivenza basata sul dialogo,il mezzo
che permette il dialogo,cioè le parole, deve essere oggetto di una cura particolare”.
Con questo si spera che il governo attuale riscopra l’importanza della scuola e
di una scuola fatta di regole rigide ,in maniera da non dissipare la continuità
didattica negli scioperi .
Allo stato attuale si associa uno stato di miseria a livello di
quello del secondo dopoguerra alla mancanza di prospettiva di progresso.
Distrutta campagna e litorale, diventate poco remunerative le imprese, la
ripresa può consistere solo nel por mano all’ opera di bonifica, di
disinquinamento, di nuova urbanizzazione, di una imprenditoria correlata a
tempi e luoghi. Si tratta di un’opera lunga e coraggiosa, fatta da cittadini
liberi, da uomini coraggiosi ed onesti. D’altro canto è l’unica salvezza. Altre
soluzioni non ci sono se non quella del fallimento.
In un mondo dominato dal libero mercato e dal capitalismo
finanziario, il fallimento finanziario è estrema miseria, ma senza possibilità
di ripresa. In una interpretazione ortodossa del libero mercato globale, chi
non è in grado di competere, viene posseduto. L’indice chiaro della consistenza
della miseria e dell’isolamento è uno tra i continenti più ricco di risorse
primarie , cioè l’Africa. L’applicazione di un mercato globale privo di regole
segna per tutti o un possesso totale della “res”,in una società nella quale
anche l’uomo è una “res”, oppure una schiavitù senza possibile ritorno alla
libertà. La tecnica più raffinata applicata
ad un mondo animalesco. Infatti l’uso rigido di una razionalità meccanicamente
perfetta respinge il patto sociale e declina ad assolutismi nei quali l’umanesimo
si dissolve. Si giustifica la protesta e la lotta contro il potere, quando e se
la strada imboccata appare senza ritorno. I cittadini hanno il dovere di
riprendersi la città ed il suo governo. Il dominio dei grandi dittatori del
novecento appare, nonostante le atrocità compiute, un primo tentativo di “possesso”
e non di amministrazione della terra e dei suoi abitanti.
Occorre capire ed agire e non portarsi sulle spalle, senza
reagire, il male di vivere.
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