IL CONTESTO
Il contesto non è
certo brillante. L’hanno capito, però nessuno riesce a prendere l’animale per
la coda, a nutrirlo di cibo e di cucina, come lo deve cucinare e con quali
norme lo deve consumare. Nell’anno 2012 ,su di una popolazione campana totale
di 1.122 mila giovani dai 15 ai 29 anni, figurano 904 mila non occupati e di essi 397 mila non
frequentano nessun corso di istruzione o formazione. Nei due anni succedutisi
non vi è stato miglioramento né
come numero di occupati né come
numero di non occupati né come numero
che si sottopone ad istruzione o formazione.
Al mantenimento di questa situazione tragica e balorda, delinquenziale (
spero si consideri deleterio ed importante per la sopravvivenza di una civiltà
campana il numero e la qualità dei delitti
commessi quotidie), contribuiscono diversi fattori. Primi e catastrofici l’ambiente familiare e la
scuola. Ancora l’amministrazione locale, gli ordini professionali. Ancora, ma
da premettere in primis, la malavita, camorra ecc.., che si avvicina sempre più
al comando della imprenditoria locale e del disfacimento di quella che, in ovo,
era e poteva svilupparsi. La famiglia è debitrice sotto un duplice aspetto,
conseguenza il secondo del primo. La questione della famiglia è la questione
dei componenti. In Campania abbiamo
177.936 minori da 0-2anni e di essi trovano ospitalità negli asili nido
1,68% . Non è questione solo di guadagno arrangiato con i 5 all’ora del lavoro
domestico. E’ anche questione di vivere
in maniera equilibrata,per esempio niente mercanteggio proprio o della propria
prole. In Campania su di una popolazione
totale dai 15 ai 29 anni di 1.122.000-
vi sono 904.000 – disoccupati e,di essi 397 .000- senza frequenza a corsi di
istruzione o di formazione.
Ma se passi Giovedì per la piazza principale di Scampia trovi
tutto il percorso occupato da ambulanti
che sono a centinaia. In un tempo non remoto un eminente architetto
propose proprio la costituzione di centinaia di punti commercio, adattati
all’ambiente. Si commercia in maniera ambulantesca, si potrebbe preparare e
dare lavoro a gente locale. Ora svolgono ben altre operazioni commerciali,
dalla droga alla prostituzione ed è doloroso vederlo. Ma a Napoli esistono ben
altre iniziative possibili, il turismo e
la sua accoglienza in maniera onesta ed
informata, la ripresa dell’artigianato ,dalla ceramica alla porcellana, lo
stesso lavoro di manutenzione dei fabbricati caratteristici, delle strade,
delle piante che le ornano. E vi sono mille altri mestieri utili e naturali.
Per esempio eliminare le speculazioni e stabilire un’assistenza pubblica
competente, ordinata, ma disciplinata ed a basso costo. Non come oggi che puoi
trovarti con facilità un danno dall’assistenza. Insomma si tratta di organizzarsi bene. Ed è
l’amministrazione locale che dovrebbe
governare la città, la popolazione, non il partito il territorio come gli
conviene. Bisogna avere il coraggio della verità e riconoscere che , se Napoli
è corrotta, povera (almeno a quello che appare perché la malavita povera non
è), è colpa della pessima e corrotta amministrazione che ciascuno ha constatato
e pubblicato. L’amministrazione dovrebbe concordare con l’ordine degli
ingegneri e con quello degli architetti
un controllo ed una manutenzione del territorio cittadino. Da una parte
finirebbe il formarsi di cavità improvvise e superficiali – il territorio
cittadino è pieno di numerosi percorsi sotterranei - , dall’altra si
eviterebbero finalmente catastrofiche
costruzioni.
Chi pensa a Napoli , si rivolge ad opere di manutenzione e di
ristrutturazione, di consolidamento e non di mantenimento dei pezzi pendenti.
Almeno nella gestione della città dovrebbe esserci una cittadinanza attiva,
cioè io direi un accadimento che nasce
da un recupero, da una vera volontà di recupero – anche graduale ma che sia
concordato effettivo gestito nell’interesse della cittadinanza, non delle
lobbies né
della camorra ma di una Cittadinanza Attiva.
Vincenzo Cicala